Sant’Ambrogio: il santo, le leggende e la chiesa

Ambrogio è uno dei personaggi più importanti e amati dai milanesi. Fu lui, nobile, ricco e germanico, a conferire a Milano il suo ultimo periodo di splendore.

La sua vita è costellata da un’infinità di leggende, prima fra tutte, quella delle api, che narra di come il piccolo Ambrogio, ancora nella culla, fosse stato assalito da uno sciame di api che, però, non lo punse, ma, piuttosto, depositò del miele sulle sue labbra. Chiaro segno della bontà del patrono milanese.
Un’altra leggenda è quella che vede il Santo addormentarsi mentre stava dicendo messa. Un gesto del genere, anche se compiuto da una delle figure cardini della Milano Imperiale, sarebbe stato da considerare oltraggioso. E invece, Ambrogio, dopo essersi risvegliato, comunicò ai presenti di come si fosse trasportato al funerale dell’ amico San Martino di Tours che, a detta del santo, sarebbe morto dopo di lui e che quindi non sarebbe riuscito a salutare a dovere : effettivamente, Ambrogio morì prima dell’amico e questo fatto lo salvò dalle possibili accuse di narcolessia.

Abilissimo statista, seppe fondere in sé autorità politica e religiosa, tenendo testa all’Imperatore Teodosio e introducendo il rito ambrosiano. Il 7 dicembre del 374 fu nominato vescovo e ordinò la costruzione di quattro basiliche ai quattro punti cardinali della città:

  • la basilica martirium, San Pervaso, che poi si chiamerà Sant’Ambrogio, in Porta Vercellina
  • la basilica virginum, San Simpliciano, in Corso Garibaldi
  • la basilica apostolurum, San Nazzaro, in Porta Romana
  • la basilica profetarum, San Dionigi, l’unica che non esiste più perché venne distrutta durante la costruzione dei bastioni.

In più, Ambrogio fece costruire il grande complesso episcopale, nella zona occupata ora dal Duomo, con battistero, basilica minor, major, vetus e nova.

Vediamo più in dettaglio la basilica dedicata al Santo. Già percorrendo l’entrata, si è indecisi se dirigersi a destra o a sinistra: si resta spiazzati, infatti, dalla presenza infinita di opere artistiche. Innanzitutto, notiamo la pianta basilicale a tre navate con, sulla sinistra, il Cristo risorto del Bergognone, la colonna del serpente e gli affreschi del Tiepolo. Nella parte absidale, invece, è possibile ammirare l’altare di oro zecchino, costruito dal Ciborio, con il mosaico nel catino absidale. Sulla destra è visibile invece la tomba d’oro zecchino (entrarci costa due euro) di san Vittore e la cripta con le reliquie di Ambrogio, Protasio e Gervasio che il Vescovo Angilberto volle qua riunite. Nella basilica, insomma, si respira aria medievale.

Infine, prima di lasciarvi, un’ultima leggenda che riguarda Ambrogio e la sua basilica. Entrando nella basilica e guardando sulla sinistra, si trova una colonna con due fori: si vocifera che qua Ambrogio incontrò il diavolo e che gli diede un calcio, facendo sì che le sue corna si ficcassero dentro alla colonna, dove ora sono visibili i buchi. I più credenti, dicono di riuscire ancora a sentire l’odore di zolfo provocato dal passaggio del diavolo. Non vi preoccupate se voi non riuscite a percepirlo e accontentatevi di osservare la bellezza della Basilica e delle sue opere.

Maggiori informazioni:

Piazza Sant’Ambrogio, 15, Milano, MI, Italia

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