Il Castello Sforzesco e i suoi abitanti passati

Insieme al Duomo, il Castello Sforzesco è probabilmente il monumento oggi più caro ai milanesi. La storia del castello è lunga e intricata e, grazie ad essa, si possono ricostruire i cambi di potere che ebbero luogo a Milano.

La prima famiglia che vede il suo nome collegato alla storia del castello è quella dei Visconti. In particolari modo, Galeazzo II fece edificare il castello di Porta Giovia con una funzione puramente difensiva nel 1368. I lavori proseguirono con suo figlio, Gian Galeazzo Visconti primo duca di Milano, che vi trasferì la sua residenza e ne organizzò il Barcho, la riserva di caccia (ora parco Sempione). Quando, nel 1447, Filippo Maria, l’ultimo dei Visconti, morì senza lasciare eredi legittimi, i cittadini milanesi proclamarono la Repubblica Ambrosiana e tentarono di distruggere il castello, simbolo del potere, utilizzando poi le pietre per restaurare la cinta della città.

Tre anni più tardi, fu il momento degli Sforza: Francesco e la figlia di Filippo Maria, Bianca Maria Visconti, avuta da Agnese del Majno e poi legittimata, fecero ricostruire il castello in stile rinascimentale, trasformandolo quindi nell’attuale Castello Sforzesco.
Al fine di creare una facciata esteticamente apprezzabile dalla popolazione, Francesco Sforza chiamò a Milano il grande architetto fiorentino Antonio Averlino detto il Filarete, che costruì la Torre d’ingresso centrale del Castello (e la Cà Granda!). In seguito, il primogenito Gian Galeazzo Maria Sforza fece ricostruire la Rocchetta, la parte originale del castello di Porta Giovia, mentre suo fratello e suo successore, Ludovico il Moro,  che chiamò alla sua corte  i grandi Leonardo e Bramante dando avvio al rinascimento milanese, ne proseguì gli abbellimenti residenziali.  Ancora oggi si ammirano infatti i portici del cortile della Rocchetta di Bramante e la celebre Sala delle Assi affrescata da Leonardo.

Con la caduta  del Moro, nel 1499, cominciò il periodo di assedi e conquiste da parte degli stranieri. Prima, arrivarono i francesi e con loro il Castello andò in parte distrutto: addirittura, la Torre del Filerete, usata come deposito di munizioni, esplose a causa di un fulmine.
Poi, nel 1535,si insediarono  gli spagnoli, che trasformarono il castello in una fortificazione militare, parte delle nuove e rinforzate mura cittadine.
Nel 1706, fu il turno degli austriaci, che attribuirono al castello una funzione puramente militare.
Il castello riandò in parte distrutto con l’arrivo di Napoleone, nel 1796, che fece demolire alcune strutture esterne e adibì alcune delle stanze interne a stalle. Immaginatevi, quindi, meravigliosi affreschi ammirati da cavalli!
Le condizioni del Castello non migliorarono all’epoca della restaurazione austriaca (1815-1859): i dominatori lo usarono come sede e, una volta sconfitti dopo le Cinque Giornate, fu saccheggiato dal popolo.

Dopo l’Unità d’Italia, avvenuta nel 1861, cominciarono le opere di restaurazione da parte del grande architetto Luca Beltrami: vennero demolite le poche fortificazioni esterne, scavati i fossati e restaurate la Rocchetta e la Torre del Filarete.

Da questo momento in poi, il Castello assunse una funzione culturale infatti oggi ospita 5 musei. In particolare vi consigliamo di non perdervi: la Pietà Rondinini di Michelangelo, le Civiche raccolte d’Arte Applicata con il Museo degli Strumenti Musicali, quello delle Arti Decorative e quello Egizio, dove è custodito il Libro dei Morti e alcuni sarcofagi delle mummie.

Maggiori informazioni:

Piazza Castello, Milano, MI, Italia
Musei del Castello: Mar-dom: 09.00-17.30
02 88463700
www.milanocastello.it

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